La mia partita a scacchi col DSC nasce un po’ per caso.
Stavo riguardando con attenzione la lista delle dotazioni obbligatorie di bordo, in particolare la colonna “Senza alcun limite”. Zattera, ce l’ho; apparecchi galleggianti, ce l’ho; cinture di salvataggio, ce l’ho; questo ce l’ho, quello ce l’ho, arrivo fino in fondo e all’ultima riga c’è lei!
L’EPIRB (Emergency Position Indicating Radio Beacon). Ma chi è costei?
Rapida ricerca e scoperta dell’arcano: è una simpatica boetta che, quando attivata, invia la posizione ai servizi di soccorso e ricerca. Bella, mi dico, la voglio. Decidere questo e varcare la soglia del perduto mondo della burocrazia è stato tutt’uno.
Per acquistare l’oggettino vado sul sito di uno dei tanti distributori on-line, scelgo il modello, clicco su Ordina e salta fuori un avviso perentorio: “… al momento dell’acquisto dell’EPIRB è necessario comunicare al rivenditore il codice MMSI da programmare nel dispositivo prima della consegna …”. Ci risiamo: MMSI, chi è costui?
E’ l’acronimo di Maritime Mobile Service Identity, un codice assegnato alle navi, alle imbarcazioni ed ai natanti grazie al quale è possibile associare le trasmissioni di segnali radio alle unità che le hanno emesse.
Solita ricerca on-line e scopro che il codice MMSI può essere richiesto agli Ispettorati Territoriali del Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni. Modulino, marche da bollo et voilà!
Et voilà? Non esageriamo: un mesetto di tempo vorremo darlo all’Ispettorato per digerire la richiesta, generare il numero a 9 cifre e comunicarlo, no?
Comunque tutto bene, arriva finalmente il modulo con l’assegnazione del numero magico che permette l’acquisto dell’EPIRB.
Sulla lettera di assegnazione c’è un testo in grassetto: “Nel caso si tratti di attivazione di funzione DSC si evidenzia che la stessa potrà essere utilizzata soltanto da personale dotato di certificato ROC, GOC, Short Range o Long Range”.
E di nuovo sorge la domanda: DSC, chi è costui?
DSC sta per Digital Selective Calling e mi ricorda qualcosa che ho già sentito: non mi è difficile trovare il nesso con il VHF di bordo – trasmette via radio pure lui – e riprendere in mano il manuale del mio Raymarine: display… accesso immediato al canale 16… squelch… e finalmente “…può anche trasmettere informazioni fondamentali durante le situazioni di emergenza compreso l’identificativo dell’imbarcazione, la posizione e l’ora di invio della chiamata di soccorso usando la funzionalità DSC…”.
Mi piace, approfondisco. Premendo il pulsante DSC, quello grande e rosso protetto da uno sportellino, si inviano in automatico l’identificativo dell’imbarcazione, la posizione lat e long, l’ora e, volendo, anche il tipo di emergenza. Semplicemente premendo un pulsante, a prova di equipaggi inesperti, a prova di panico.
La radio poi ritrasmette da sola il messaggio fino a che qualcuno non invia la conferma di ricezione.
Un sacco bello, una vera dotazione di emergenza, devo assolutamente attivarlo!
Il modulo del codice MMSI parla chiaro: è necessario ottenere uno dei quattro certificati.
Quale?
Il più semplice, mica devo fare il marconista su una petroliera!
Cerco il programma d’esame e le cose si fanno un po’ più complicate: sembra coperto dal Segreto di Stato. Con non poca fatica trovo la Gazzetta Ufficiale in cui è pubblicato il regolamento sui titoli di abilitazione all’esercizio di stazioni radioelettriche a bordo di navi mercantili che contiene, appunto, il “Programma di esame per il conseguimento del certificato di operatore SHORT RANGE (SRC)…”.
all’esercizio di stazioni radioelettriche a bordo di navi mercantili che contiene, appunto, il “Programma di esame per il conseguimento del certificato di operatore SHORT RANGE (SRC)…”. L’esame si può fare solo a Roma, presso la sede del Ministero. Mando l’iscrizione a novembre 2008. Mi informano che per mancanza di fondi gli esami sono sospesi fino a data da destinarsi. Attendo. Finalmente a marzo 2009 vengo convocato. Ero l’unico diportista in mezzo agli ufficiali di coperta ed ero anche l’unico autodidatta perché tutti avevano pagato 1.500 euro di corso preparatorio. Oltretutto è un esame tosto, con tanto di prova pratica sugli apparati da nave (mai toccati prima), esami orali di radiotecnica, inglese e procedure GMDSS. Do fondo alle mie vecchie conoscenze scolastiche di perito in telecomunicazioni e anche a quelle di radioamatore ultra ventennale ed alla fine vengo promosso. Mi chiamano dall’Ispettorato Territoriale della Toscana per ritirare il certificato SRC: mi dicono che è il primo che vedono “dal vero”. In effetti è il numero 40, cioè sono il quarantesimo che dal 2002 ottiene questa abilitazione. Finalmente posso attivare sul mio VHF tutte le funzioni DSC. Mi chiedo però se c’è un modo per non rinunciare a questa importante funzionalità da suggerire agli amici armatori ed alla fine un escamotage effettivamente c’è, ma prima è necessario capire cosa fa questo potente strumento.
Che cos’è e come funziona il DSC
Il DSC (Digital Selective Calling) è un sistema adottato e disciplinato dal GMDSS che consente di trasmettere tramite un canale radio dedicato (VHF ch 70) chiamate di:
soccorso – DISTRESS
urgenza – URGENCY
sicurezza – SAFETY
non prioritarie – ROUTINE
destinate a:
tutte le stazioni – ALL SHIPS
individuale – INDIVIDUAL
di gruppo – GROUP
La radio con DSC, oltre che come le normali radio, funziona anche in modo simile ad un telefono: è dotata infatti del numero MMSI, grazie al quale può distinguere le chiamate a lei destinate ed emettere un avviso acustico. A differenza del telefono, con cui si può chiamare solo un singolo destinatario per volta, può inviare chiamate rivolte a tutte le radio entro la propria portata o a gruppi di radio, ad esempio tutte le navi di un armatore.
Escludendo tutti gli usi diversi dall’emergenza che sono superflui per le nostre finalità, vediamo i vantaggi del DSC in emergenza:
conosce già la posizione (è collegato al gps)
è 40 volte più veloce della chiamata RTF (meno di mezzo secondo contro 20 secondi)
ripete da solo la chiamata ogni 4 minuti fino a quando non ottiene conferma della ricezione
richiede poco addestramento dell’equipaggio per l’uso.
Usarlo infatti è estremamente semplice – sollevare lo sportello e premere il pulsante per 3 o 4 secondi.
Attenzione però: una radio DSC non programmata con il codice MMSI non funziona come DSC!
Spiegare all’equipaggio come usare il pulsante rosso è semplice, più difficile è spiegare cosa si scatena dopo l’invio del distress. Un sistema chiaro per governare l’uso del pulsante rosso è sottolineare che finché il comandante è a bordo ed è cosciente, l’unico a poter premere o ordinare di premere il tasto rosso è lui.
In mancanza del comandante sarà chi ne prende le funzioni a decidere ed assumersi le responsabilità.
E’ opportuno sottolineare che i costi dei falsi allarmi possono essere molto alti: un’ora di volo di un elicottero SAR può costare oltre 20.000 euro! L’equipaggio deve sapere che il pulsante rosso è l’ultima risorsa, un’efficacissima ultima risorsa.